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il 2020 comincia come era finito il 2019: W! Battuti Gli Azzurri Niguardese

San Pio X – Azzurri Niguardese: 67-54 (24-12, 38-28, 54-40)
S.Pio X Milano: Spinetto Carlo (99), Monzani Marcello 6, Terzi Massimo 2, Muratore Simone 11, Terzi Luca 16, Sovera Bereket 2, Lania Matteo 3, Spongano Ettore (2002), Carozzi Tommaso, Benna Alessandro (2002) 2, Gesess Francesco 3, Zappia Francesco 22.
Azzurri Niguardese: Stile Roberto, Bestetti Manuel 2, Kamgna Fokwa Julien 2, Conati Matteo 10, Balicco Mattia 11, Lanzani Francesco, Buizza Giovanni 7, Donghi Simone 5, Tortoreto, Mantovani L. (2003) 5, Marini A. (2003) 12.

Ancora un referto rosa per il San Pio, ottenuto, stavolta, in un derby la cui ultima edizione ufficiale si perde nel tempo … Nella panchina avversaria un vecchio amico, “Gino” Giorgini, col quale è stato molto piacevole riabbacciarsi.

Il San Pio, inutile negarlo, partiva con i favori del pronostico ed il maggior rischio era quello di perdere concentrazione. Ci siamo riusciti … abbastanza.

Primo quarto di colore verde vivissimo. I ragazzi di Bonetti prendono il “comando” e dopo qualche piccolo aggiustamento nella formazione, si assestano bene e, grazie ad un ottimo Zappia, chiudono a +12.

Nel secondo quarto bella (*) reazione degli Azzurri che ricuciono lo svantaggio imponendoci un durissimo 12-2 e portandosi ad appena due lunghezze, sul 26-24 grazie a tre triple (due di Balicco ed una di Buizza) ed a qualche altro bel (*) canestro. Time out di Bonetti che non le manda a raccontare ai suoi: gliele dice proprio tutte in faccia. Contro strappo dei nostri (12-4) e intervallo lungo col San Pio avanti di 10.

Il secondo tempo viaggia su binari molto più tranquilli e + 4 nel terzo quarto e -1 nell’ultima frazione, dicono San Pio vincente per 67-54. Per i nostri ho visto un buon Simone “Murena” Muratore, una solida regia dei tre “piccoletti” Monzani, Lania e Gesess ed i soliti Luca Terzi e Franco Zappia.

Interessanti i due 2003 degli “azzurri”, Marini e Mantovani.

(*) Facile dire che qualcosa è “bella” quando hai in mano il referto rosa. Ma tant’é, spero che Gino accetti i miei complimenti per quello che sono: sinceri.

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